#INGRID
Un quaderno fotografico ricolmo di oltre 80 fogli lucidi inseriti l’uno nell’altro senza rilegatura traspone in modo eloquente nel medium libro un’iniziativa politica realizzata su Internet. Le oltre 300 fotografie colorate, destinate ciascuna a riempire una pagina, sono state pubblicate online con l’hashtag #Ingrid per dirottare il traffico Internet dalle foto della polizia messicana, rese di dominio pubblico, che mettevano in mostra il femminicidio di Ingrid E.V. Soggetti dominanti sono scene naturali e tramonti kitsch, e dal punto di vista estetico si fa notare nell’ingrandimento la risoluzione delle immagini, estremamente variabile e spesso insufficiente. Le immagini sono del tutto prive di testo – non ci sono neanche i numeri di pagina, visto che i singoli fogli sciolti si possono riposizionare a piacere. Con questo design radicale e quasi ingombrante si riesce a trasferire nel formato libro il diluvio di immagini tipico dei social media, con tanto di doppioni e senso di disordine. Una copertina parimenti sciolta, in argento riflettente, riporta sul lato interno il colophon, mentre una seconda copertina bianca, più stretta dell’altra, presenta un trafiletto esplicativo in tre lingue. La pubblicazione è un contributo al dibattito corrente sul concetto di poor images (secondo Hito Steyerl) e fornisce un esempio convincente di come i libri possano rappresentare una risposta alle crisi sociali.