Gran premio svizzero di letteratura 2022

Reto Hänny

Gran Premio svizzero di letteratura 2022

Reto Hänny è nato nel 1947 a Tschappina, una piccola località di montagna nei Grigioni. Dopo aver viaggiato a lungo e svolto diversi lavori, tra cui il capraio, l’insegnante e il tecnico di scena al teatro di Coira, nel 1979 ha esordito con la sua prima opera, Ruch. Ein Bericht, a cui ben presto è seguito un reportage sulla rivolta giovanile svoltasi a Zurigo nel 1980, Zürich, Anfang September, che ha suscitato scalpore. In parallelo a un’intensa attività dedicata alla Nuova Musica e alle arti visive, ha sviluppato un’opera letteraria contenuta ma di grande densità. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari tra cui il Premio Ingeborg Bachmann e recentemente il Premio d’arte del Comune di Zollikon. Vive e lavora come autore indipendente tra Zollikon (ZH) e i Grigioni.

«Das Mögliche ist ungeheuer», il possibile è immenso. Inizia con questa frase di Dürrenmatt il romanzo con cui Reto Hänny rivisita per la terza volta Flug (volo): Sturz (caduta) è il più denso e voluminoso dei suoi libri, in un certo senso l’opera di una vita.
Una vita iniziata nel mondo contadino delle montagne, dove si lavorava ancora il letame fino a farlo sembrare intrecciato, dove nelle sere allietate dalle storie del nonno un bambino si innamorava dell’arte di raccontare.
A dare il là alla narrazione sono le piccole cose: lo scricchiolio di un tarlo, cartoline dall’America. Le variazioni nella storia di famiglia raccontate dalla nonna, il suono stentato di un armonio e l’eco rombante delle squadriglie di aerei militari sono altrettanti stimoli. Lo stimolo maggiore però arriva soprattutto dai libri che un insegnante porta al suo allievo per le vacanze di Pentecoste.

Poi l’allievo scende a valle, senza tuttavia trovare pace. Nasce così una letteratura, un’eco-cacofonia di note vissute, lette, immaginate. Prendono forma spartiti di pasticci, palinsesti e parafrasi, sorge un linguaggio di reminiscenze e riferimenti (a James Joyce e Jean Paul). Il tutto coinvolge sempre anche il livello musicale del testo, fino alla sintassi e alla punteggiatura. Flug, la seconda creatura di Hänny, diventa la ricerca di una visione totale e caotica, da riscrivere e ridipingere ancora e ancora.

La forza del linguaggio di Reto Hänny apre brecce permanenti, come quella del 1981 nell’ormai satura Zurigo; già nel 1994 l’autore scrive di «mutamenti inattesi, eventi senza precedenti nella storia, inondazioni, tifoni e carestie a cui, leggendo il giornale, nessuno ha fatto caso». Reto Hänny è diventato un autore che non si accontenta di dare una bella forma al mucchio di letame, ma lo sviscera completamente.

E così ha riscritto Flug un’altra volta, aggiungendo all’opera della sua vita ancora maggiore polifonia, arricchendo i paesaggi segantiniani di tutto ciò che si è accumulato negli anni. La tecnica del ricordo sempre più dettagliato appare chiarissima se si analizza la copia personale dell’autore che s’ispessisce a mano a mano che ne rielabora i paragrafi, riformula le frasi con ancora maggiore precisione, inserisce nuove pagine. È quasi impossibile chiudere questa opera immensa. Non si può fare a meno di leggerla e rileggerla ancora.