Lo storico dell’arte Stanislaus von Moos è noto in tutto il mondo per le analisi percettive degli ambienti costruiti e del modo in cui vengono plasmati da complessi processi storici, politici, economici e ideologici. Le sue acute critiche della cultura materiale promuovono una comprensione più profonda del mondo in cui viviamo. Curiosi e impegnati, eruditi e divertenti, gli scritti di von Moos risuonano con il pubblico all’interno e all’esterno dell’accademia.
Negli ultimi 60 anni il lavoro di Stanislaus von Moos come studioso, curatore ed educatore ha creato ponti tra l’architettura e l’arte, la storia e la critica, la cultura alta e quella bassa, l’espansione urbana e i paesaggi artificiali. Ha affrontato una grande varietà di temi, dalle fortificazioni militari rinascimentali alle avanguardie moderniste, dalla cultura pop al minimalismo. I suoi diversi interessi, veicolati con un tono lucido e spesso ironico, nascono da una passione incessante per l’architettura e l’arte quali espressioni della condizione moderna. Il suo contributo è stato decisivo per comprendere l’opera di architetti come Le Corbusier, Karl Moser, Max Bill, Robert Venturi e Denise Scott-Brown, Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas, ma anche di artisti come Václav Požárek, Pipilotti Rist, Peter Fischli e David Weiss, per citarne alcuni.
Stanislaus von Moos ha studiato storia dell’arte all’Università di Zurigo. Ne 1968 ha pubblicato il suo primo libro Le Corbusier: Elemente einer Synthese, la prima rassegna critica dell’opera di Le Corbusier pubblicata dopo la morte del celebre architetto. Il testo è stato tradotto in cinque lingue ed è un importante riferimento per lo studio del modernismo architettonico. Nel 1971 ha fondato la rivista archithese e, da semplice bollettino professionale, l’ha trasformata in una radicale piattaforma teorica. Negli oltre 24 numeri dei primi cinque anni, la pubblicazione ha promosso studi sulla conservazione urbana, politica, teorica, critica e storica, temi che rimangono di grande attualità nel dibattito architettonico internazionale. Nel 1977 archithese si è poi fusa con la rivista di architettura Das Werk per dare vita a Werk archithese, di cui von Moos è stato coeditore assieme a Diego Peverelli per i tre anni successivi. Lo storico dell’arte è stato docente alla Harvard University e alla Technische Universiteit Delft, prima di ottenere la cattedra di arte moderna e contemporanea all’Università di Zurigo (1983–2005). Ha inoltre insegnato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), alla Princeton University, alla City University of New York e più recentemente all’Accademia di architettura in Mendrisio, alla Yale University e al Politecnico federale di Losanna (EPFL). Con i suoi insegnamenti ha influenzato diverse generazioni di studenti e studentesse, molti dei quali sono oggi personalità di spicco del mondo dell’arte e dell’architettura in Svizzera e all’estero.
Gli scritti di Stanislaus von Moos racchiudono riflessioni e osservazioni sull’architettura da una prospettiva esterna e hanno indicato nuove strade da percorrere nell’analisi intra-architettonica. In contrapposizione al discorso autonomo promosso dai sostenitori di Aldo Rossi al Politecnico federale di Zurigo, Stanislaus von Moos ha portato avanti la posizione eteronoma di Venturi, Scott Brown & Associates sulle pagine di archithese e in due monografie del 1987 e del 1999, preparando così il terreno per accesi dibattiti sul realismo e il postmodernismo in Svizzera e nel mondo. Stanislaus von Moos è autore di numerosi libri e saggi: la sua ultima opera Erste Hilfe. Architekturdiskurs nach 1940. Eine Schweizer Spurensuche (2021) individua nel 1940 l’inizio dell’architettura svizzera del dopoguerra, offrendo una nuova chiave di lettura dell’architettura di quell’epoca nel suo contesto locale e internazionale. Il suo prossimo libro, Twentyfive × Herzog & de Meuron (con Arthur Rüegg) sarà pubblicato in primavera 2023.