logorrhea
Grazie a una stretta collaborazione con la grafica, questo libro d’artista testuale diventa un’opera armoniosa in cui le parole, le scritte e la tipografia sono strettamente connesse. L’aspetto esteriore fa pensare a un economico libro tascabile, con un collage sulla copertina lucida e 466 pagine stampate in bianco e nero su una carta riciclata spessa e leggera. Tuttavia, già l’interno della copertina e il frontespizio contraddicono questa aspettativa: a sinistra è riportato un ulteriore collage, in cui compaiono tra l’altro una serie di piccole « e » ritagliate, mentre a destra campeggia un’enorme « e » in grassetto. Per la parte iniziale del testo è utilizzato un carattere serif, ma singole parole o frasi spiccano mediante l’impiego di un font grassetto Gill Sans, che poi ritorna come carattere principale nel resto del libro, dove brevi note o singole frasi compaiono come unici elementi della pagina, in molti casi aderenti al margine superiore, a volte posizionate liberamente. Lo spazio vuoto domina il libro, a tal punto che su alcune pagine o doppie pagine è stampato soltanto il numero. L’ortografia anticonvenzionale riproduce la pronuncia, avvalendosi anche di peculiarità tipografiche come, per esempio, la rappresentazione della « w » accostando due « v ». Sfogliando il libro si scoprono sempre più varianti creative, dall’inserto di una singola pagina gialla fluorescente alla comparsa di scritte decorative e scarabocchi fatti a mano, fino alle lettere capovolte e a qualche illustrazione sporadica. Le scelte tipografiche in molti casi rispecchiano l’umorismo dei contenuti, senza mai diventare eccessive, così da non compromettere l’autonomia delle parole e delle composizioni di testo. Un’interazione giocosa ben riuscita con l’estetica e il linguaggio formale convenzionale dei libri testuali.
